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Contraffazioni agroalimentari: 96000 euro di sanzioni in tutte le Marche

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Controlli Corpo Forestale Stato

Nei primi mesi del 2016 il CFS (Corpo Forestale dello Stato) delle Marche ha avviato una campagna di controllo finalizzata al contrasto delle contraffazioni agroalimentari e l’agropirateria, conclusasi in questi giorni, a seguito della quale sono state contestate 27 sanzioni amministrative per un valore di oltre 96000 euro, tutte in applicazione delle norme sull’etichettatura degli alimenti ed in particolare dei prodotti certificati. I controlli hanno riguardato prodotti venduti al dettaglio presso i punti vendita della grande distribuzione e verso esercizi che commercializzano una vasta gamma di prodotti aventi certificazioni di qualità. Di particolare rilievo è stata l’azione di controllo effettuata sul web attraverso il controllo dell’ e-commerce e delle recensioni on-line. Le irregolarità sono state riscontrate principalmente nelle province di Macerata, Pesaro ed Ancona, dove i nuclei di controllo agroalimentare hanno accertato rispettivamente 9, 14 e 4 illeciti amministrativi in altrettanti esercizi commerciali, per importi compresi tra 1000 e 6000 euro. In particolare a Macerata le contestazioni hanno riguardato l’usurpazione della denominazione del Ciauscolo, prodotto DOP tutelato dalla normativa vigente. Anche l’assenza della denominazione in etichetta dell’ingrediente caratterizzante le olive ascolana, e la vendita di  feta greca, formaggio con denominazione protetta, ma che veniva rivenduto con etichettatura che esaltava ulteriori qualità non possedute dall’alimento. Gli accertamenti sono stati effettuati a Montecosaro, Civitanova e Macerata, e sul web presso i siti di due ditte aventi sede legale nel maceratese e pesarese. Sanzionate anche pizze etichettate come “made in Italy”, con denominazioni chiaramente evocative di nomi italiani, ma in realtà prodotte in Svezia. A Pesaro sono stati contestati illeciti amministrativi riguardanti, in particolar modo, l’etichettatura dei prodotti biologici; è emerso che molti alimenti non riportavano una corretta indicazione dell’origine della materia prima biologica. Altri illeciti sono stati elevati per la mancata indicazione degli allergeni e degli ingredienti caratterizzanti. Ad Ancona sono stati contestati illeciti amministrativi riguardanti l’etichettatura di salame morbido venduto illegalmente con la denominazione “ciauscolo” in una nota catena di supermercati, inoltre è stato sanzionato un produttore di vino di Ostra che commercializzava vino da tavola spacciandolo per Lacrima di Morro d’Alba.

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